Si
tratta di uno stuolo di 16 martiri per la fede, uccisi a Nagasaki in
Giappone negli anni 1633-37; facendo seguito al numeroso gruppo di 205
martiri che donarono la loro vita, sempre a Nagasaki-Omura, negli anni
1617-32.
Essi furono vittime della persecuzione scatenata il 28
febbraio 1633, dallo “shogun” (supremo capo militare della nazione),
Tokagawa Yemitsu; che con il suo (Editto n. 7), colpiva gli stranieri
che “predicano la legge cristiana e i complici in questa perversità, che
devono essere detenuti nel carcere di Omura”.
I sedici missionari
contavano nove padri Domenicani, tre Fratelli religiosi domenicani, due
Terziarie domenicane, di cui una anche Terziaria Agostiniana, due laici,
di cui uno padre di famiglia.
Avevano svolto apostolato attivo nel
diffondere la fede cristiana nelle Isole Filippine, a Formosa e in
Giappone; e appartenevano in diverso grado alla Provincia Domenicana del
Santo Rosario, allora detta anche delle Filippine, la cui fondazione
risaliva alle Missioni in Cina del 1587 e che al principio del 1600,
aveva istituito una Vicaria in Giappone.
Essi furono catturati a
gruppi o singolarmente, e rinchiusi nel carcere di Nagasaki e in quel
quinquennio, in vari tempi ricevettero il martirio.
Dal 1633 era
stata introdotta una nuova tecnica crudele di supplizio, a cui venivano
sottoposti i condannati e così lasciati morire e si chiamava
“ana-tsurushi”, cioè della forca e della fossa: si sospendeva il
condannato ad una trave di legno con il corpo e il capo all’ingiù, e
rinchiuso in una buca sottostante fino alla cintola, riempita di
rifiuti; lasciandolo agonizzare e soffocare man mano per giorni.
Ma
dal 1634 i cristiani prima di subire questo martirio, venivano
sottoposti ad atroci tormenti come l’acqua fatta ingurgitare in
abbondanza e poi espulsa con violenza e poi con la trafittura di punte
acuminate tra le unghie ed i polpastrelli delle mani.
Certo la
malvagità umana, quando si sfrena nell’inventare forme crudeli da
infliggere ai suoi simili, supera ogni paragone con la ferocia delle
bestie, che perlomeno agiscono per istinto e per procacciarsi il cibo.
I sedici martiri erano di varie nazionalità: 1 filippino, 9 giapponesi, 4 spagnoli, 1 francese, 1 italiano.
Nel
1633 furono uccisi padre Domenico Ibáñez de Equicia, nato nel 1589 a
Régil (Guipuzcoa) in Spagna e il catechista fratello cooperatore
giapponese Francesco Shoyemon, ambedue morti il 14 agosto.
Il 17
agosto furono uccisi padre Giacomo Kyushei Gorobioye Tomonaga,
giapponese e Michele Kurabioye, catechista cooperatore giapponese.
Il
19 ottobre morirono padre Luca Alonso Gorda, spagnolo nato nel 1594 a
Carracedo (Zamora) e Matteo Kohioye, fratello cooperatore catechista
giapponese, nato ad Arima nel 1615.
Nell’anno 1634 furono uccise le
due Terziarie Domenicane, l’11 novembre Marina di Omura giapponese,
ospite dei missionari, bruciata viva a fuoco lento e Maddalena di
Nagasaki giapponese, nata nel 1610 (già Terziaria Agostiniana) morta il
15 ottobre.
Il 17 novembre perirono padre Giordano Giacinto
Ansalone, italiano della Sicilia, nato nel 1589; padre Tommaso Hioji
Rokuzayemon Nishi giapponese, nato a Hirado nel 1590; e padre Guglielmo
Courtet, francese.
Nell’anno 1637 furono martirizzati padre Antonio
González spagnolo, nato a León, morto il 24 settembre; poi padre
Michele de Aozaraza, nato nel 1598 a Oñata (Guipuzcoa) in Spagna e padre
Vincenzo Shiwozuka giapponese, morti il 29 settembre; insieme a loro
anche i due laici Lorenzo Rúiz, filippino di Manila, padre di famiglia,
sacrestano dei Domenicani e Lazzaro di Kyoto, giapponese.
Sul
martirio del gruppo si tennero negli anni 1637 e 1638 due processi
diocesani, i cui ‘Atti’ ritrovati solo all’inizio del XX secolo, resero
possibile la ripresa della Causa presso la Santa Sede.
Essi furono
beatificati da papa Giovanni Paolo II il 18 febbraio 1981 a Manila nelle
Filippine, essendo Lorenzo Rúiz il protomartire di quella Nazione e
canonizzati a Roma dallo stesso pontefice il 18 ottobre 1987.
Il Martyrologium Romanum comemmora questi 16 santi martiri nei rispettivi anniversari della loro morte:
93349 - Domenico Ibanez de Erquicia Pérez de Lete, Sacerdote domenicano, 14 agosto
93349 - Francesco Shoyemon, Novizio domenicano, 14 agosto
93350 - Giacomo Kyuhei Gorobioye Tomonaga, Sacerdote domenicano, 17 agosto
93350 - Michele Kurobioye, Laico, 17 agosto
93351 - Luca Alonso Gorda, Sacerdote domenicano, 19 ottobre
93351 - Matteo Kohioye, Novizio domenicano, 19 ottobre
90173 - Maddalena da Nagasaki, Terziaria domenicana ed agostiniana, 15 ottobre
90885 - Marina di Omura, Terziaria domenicana, 11 novembre
77900 - Giacinto Ansalone (Giordano di Santo Stefano) , Sacerdote domenicano, 17 novembre
93352 - Tommaso Hioji Kokuzayemon Nishi, Sacerdote domenicano, 17 novembre
92015 - Antonio Gonzalez, Sacerdote domenicano, 24 settembre
72250 - Guglielmo Courtet (Tommaso di San Domenico) , Sacerdote domenicano, 29 settembre
72250 - Michele di Aozaraza, Sacerdote domenicano, 29 settembre
72250 - Vincenzo Shiwozuka (Vincenzo della Croce) , Sacerdote domenicano, 29 settembre
72250 - Lorenzo Ruiz di Manila, Laico, 29 settembre
72250 - Lazzaro di Kyoto, Laico, 29 settembre
TRATTO DA: www.santiebeati.it
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