Il periodo storico in cui visse Sant'Egidio, non si conosce con certezza. Alcuni storici lo identificano con l'Egidio inviato a Roma da S. Cesario di Arles all'inizio del secolo VI; altri lo collocano un secolo e mezzo più tardi, e altri ancora datano la sua morte tra il 720 e il 740.
La ricostruzione della sua vita è legata ad episodi leggendari La tomba del santo, venerata in un'abbazia della regione di Nimes, risaliva probabilmente all'epoca merovingica, anche se l'iscrizione non era anteriore al secolo X, data in cui fu anche composta la Vita del santo abate, intessuta di prodigi sul tipo delle pie leggende raccontate a scopo di edificazione.
Tra le narrazioni che più hanno contribuito alla popolarità del santo vi è quella della cerva inviata da Dio per recare il latte al pio eremita, che viveva da anni rintanato in un bosco, lontano dal consorzio umano. Un giorno la benefica cerva incappò in una battuta di caccia condotta dal re in persona. Il regale cacciatore inseguì la preda, ma al momento di scoccare la freccia non si accorse che l'animale spaurito era già ai piedi dell'eremita. Così il colpo destinato al mansueto quadrupede ferì, seppur di striscio, il pio anacoreta. L'incidente ebbe un seguito facilmente intuibile: il re, divenuto amico di Egidio, si fece perdonare facendogli omaggio dell'intero territorio, sul quale più tardi sorse una grande abbazia. Qui il buon eremita, in cambio della solitudine irrimediabilmente perduta, ebbe il conforto di veder prosperare un'attiva comunità di monaci, di cui Egidio fu l'abbas, cioè il padre. Numerose sono le testimonianze del suo culto in Francia, Belgio e Olanda, in cui viene invocato contro il delirio della febbre, la paura e la follia.
La ricostruzione della sua vita è legata ad episodi leggendari La tomba del santo, venerata in un'abbazia della regione di Nimes, risaliva probabilmente all'epoca merovingica, anche se l'iscrizione non era anteriore al secolo X, data in cui fu anche composta la Vita del santo abate, intessuta di prodigi sul tipo delle pie leggende raccontate a scopo di edificazione.
Tra le narrazioni che più hanno contribuito alla popolarità del santo vi è quella della cerva inviata da Dio per recare il latte al pio eremita, che viveva da anni rintanato in un bosco, lontano dal consorzio umano. Un giorno la benefica cerva incappò in una battuta di caccia condotta dal re in persona. Il regale cacciatore inseguì la preda, ma al momento di scoccare la freccia non si accorse che l'animale spaurito era già ai piedi dell'eremita. Così il colpo destinato al mansueto quadrupede ferì, seppur di striscio, il pio anacoreta. L'incidente ebbe un seguito facilmente intuibile: il re, divenuto amico di Egidio, si fece perdonare facendogli omaggio dell'intero territorio, sul quale più tardi sorse una grande abbazia. Qui il buon eremita, in cambio della solitudine irrimediabilmente perduta, ebbe il conforto di veder prosperare un'attiva comunità di monaci, di cui Egidio fu l'abbas, cioè il padre. Numerose sono le testimonianze del suo culto in Francia, Belgio e Olanda, in cui viene invocato contro il delirio della febbre, la paura e la follia.
a cura di
Mascolo Emanuele