La festa fu istituita nel 1955 per metterla in relazione con la Solennità di Cristo Re. Il termine Regina, tuttavia, nell’immaginario popolare non evoca tanto immagini di potenza e di governo, ma piuttosto di bellezza e di gloria. Una sensazione che aumenta, anche solo pensando ai titoli che si danno a Maria, nella preghiera: Regina degli angeli, dei profeti, degli apostoli, dei martiri, delle vergini, della famiglia, di tutti i santi… Anche il canto “Salve Regina”, la invoca subito come “Madre di Misericordia, / vita, dolcezza e speranza nostra”.
E la stessa intonazione gioiosa e confidente hanno le numerose antifone mariane che l’invocano sotto questo titolo: “Regina coeli laetare”,“Ave, Regina coelorum”, “ Gloriosa regina mundi”… Ed è giusto qui ricordare i bellissimi versi con cui Dante descrive la Madonna che sale all’Empireo, mentre i santi si protendono verso di lei, innamorati: “E come il fantolin che ‘nver la mamma / tende le braccia poi che il latte prese, / per l’animo che nfin di fuor s’infiamma; // ciascun di quei candori in su si stese / con la sua fiamma, sì che l’alto affetto / ch’elli aviano a Maria mi fu palese. // Indi rimaser lì nel mio cospetto / ”Regina coeli" cantando sì dolce / che mai da me non si partì il diletto” (Par. XXIII, 121-129).
È questo il significato di tutto il culto mariano, anche dell’uso invalso nella Chiesa di incoronare alcune particolari immagini della Madonna, con oro, argento e gioielli preziosi, ma sempre e solo per indicare l’affetto di un popolo che vuole onorare la Madre sua.
La festa di oggi ha anche lo scopo di prolungare e completare la festa dell’Assunzione, ma anche quello di chiudere degnamente il ciclo dei festeggiamenti mariani.
a cura di
Mascolo Emanuele