SETTEMBRE MESE DELL'ADDOORATA: SETTIMO GIORNO
Dolore di Maria nella morte di S. Giuseppe.
Il giusto, seppure prevenuto da morte, troverà nel riposo: chè la canizie vene¬randa non è quella di lunghi anni, nè dal numero di essi si misura. Il senno è canizie agli uomini, ed età rispettabile una maturità incensurabile ». Queste parole dello Spi¬rito Santo quadrano a capello al giusto Giu¬seppe, Sposo intemerato della Vergine Ma¬dre di Dio, Custode e vice padre del Verbo incarnato.
Avvicinandosi il termine della vita nascosta del Figliolo di Dio, il delicatissimo mini-stero di lui era compiuto. Come si ricava dal Vangelo, Giuseppe mancò ai vivi sì e no cin¬quantenne, quando secondo le divine di¬sposizioni egli aveva adempiuto l'officio com¬messogli dalla Provvidenza. Anima santa u¬nitissima sempre a Dio, meglio che gli anti¬chi Patriarchi, aveva accettato dalle mani di Gioacchino la fanciulletta Maria per esser¬ne lo sposo ed il difensore. Molto simile a lei per l'amore alla purézza, con lei si era votato a Dio nel proposito di vivere vergine. La prova che Dio volle farne nell'occasione della soprannaturale gravidanza della Sposa, era riuscita a confermarlo nel proposito di una vita intemerata, umile, faticosa, diligen¬te per esser pari all'altissimo officio al qua¬le Dio lo chiamava; quello cioè di custodire con veci ed autorità di padre l'unigenito Figlio di Dio, concepito dalla sua Sposa per opera dello Spirito Santo. E con quanta diligenza, sollecitudine, operosità aveva a¬dempiuto le parti di tanto officio! In ogni circostanza si era dimostrato il giusto, assi¬stito da Dio, che gli parlava familiarmente, pieno di fede e di carità, superiore a tutte le umane vedute, elevato alla più alta con¬templazione per la familiarità durata quasi trent'anni col Figlio di Dio fatto uomo.
Coronato di tanti meriti, logoro dalle fati¬che e privazioni, vedendo vicina l'ultima sua ora, si adagia quale stanco pellegrino nel suo povero giaciglio: nulla lo tiene più le¬gato alla terra! Ma che penso io? Sto medi¬tando la morte del Cristiano giusto e santo,
in questo caso c'è da pensare che sentisse amara davvero la morte!
La Chiesa canta di lui: « Gli altri giusti co¬ronano la felice sorte dopo spirati; tu invece vivente godi di Dio, quasi, uguale ai beati comprensori ». Ed ora questo angelo di contemplazione è in procinto di emigrare da quella sua vita condivisa con l'Uomo-Dio certo si troverà nel refrigerio, come disse Abramo di Lazzaro: « Ora costui è conso-lato; ma la visione beatifica di Dio, non l'avrà ancora! Ancora pochi anni, ed il Re-dentore fattosi suo figlio, aprirà con la sua morte l'adito al Paradiso. Era per Giuseppe questo un motivo di afflizione? No certamente; era un atto supremo di adesione alla volontà di Dio, che lo mandava ad annun¬ziare la prossima redenzione ai giusti del seno di Abramo.
Qui, anima mia, è necessario, se vuoi in¬tendere gli affetti della santissima Sposa di Giuseppe, che tu dimentichi tutte le affezio¬ni carnali. Maria assiste il suo Sposo nell'ul¬tima malattia, facendo a gara con Gesù per porgergli ogni conforto. L'amantissima Sposa che sente tutto l'affetto naturale e soprannaturale per il dilettissimo Sposo, suo conforto, suo sostegno, suo aiuto in ogni cosa, prova tutta l'amarezza ed il distacco del sentimento umano, ed insieme tutto il con¬forto di quell'amore che viene da Dio. Sen¬te vivo il dolore, amara la separazione, ma nulla di disperato, nessuna conturbazione che faccia mormorare della Provvidenza, che ci ha fatto per il cielo, e ci chiama al cielo ciascuno alla sua volta.
Compatisci Maria, in questo suo dolore, che anche fra le braccia della speranza so-prannaturale è pur sempre amarissimo; e poichè anche tu dovrai trovarti immancabil-mente in punto di morte, pregala che ti faccia parte del suo sentimento soprannatu-rale, sicchè, sebbene amara, la morte ti sia consolante.
O Gesù, che confortaste il santissimo vo¬stro padre putativo in punto di morte, con-fortate anche me in quel doloroso passag¬gio: o Maria che assisteste con affetto di sposa Giuseppe moribondo, assistete anche me con affetto di madre in quell'ora tre-menda: S. Giuseppe, fate che la nostra mor¬te sia come la vostra!
Se desidero nella mia morte l'assistenza di Gesù, Giuseppe e Maria, cercherò di vive¬re sempre preparato ad una buona e santa morte.
TESTO TRATTO DA: www.preghiereagesuemaria.it
FOTO TRATTA DA : wikpedia Vergine Addolorata venerata a Gavirate
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