MESE DI SETTEMBRE ALL'ADDOORATA: 21 GIORNO
Viaggio al Calvario.
La condanna a morte di Gesù fu pronun¬ziata dal Preside Romano il giorno della Parasceve di Pasqua, che quell'anno cumu¬lava con la Parasceve consueta cioè col Ve-nerdì: era quasi l'ora sesta, cioè si era an¬cora prima del meriggio. I Giudei si av¬videro che il tempo stringeva, poichè a ca¬lata di sole era per cominciare la grande so¬lennità della Pasqua: rimandare l'esecuzio¬ne di Gesù a dopo le feste, non c'era nem¬meno da pensare, chè il volubile Pilato a¬vrebbe potuto cambiar parere: bisognava dunque profittare dell'ore disponibili. Si prega il Preside a non differire, tanto più che vi erano da giustiziare due altri condan¬nati per delitti comuni. Tanto meglio; acco¬munandoli con Gesù sarebbe per lui il col¬mo dell'infamia. Pensato, suggerito, ottenuto l'intento, si approntarono tre croci: sulle spalle di Gesù si adatta la più pesante, e in tutta fretta si muove il triste corteo verso il luogo infame delle esecuzioni capitali, detto il luogo del cranio, o Calvario. Precede un centurione, scortano i rei quattro solda¬ti, guidano il tutto i capi della Sinagoga, se¬guono donne piangenti, e discreta folla di cu¬riosi.
Maria con le compagne vedono muovere il corteo, non si mescolano però con alcun gruppo, ma guidate dall'animoso Giovanni prendono altra via.
E qui considera, anima mia, lo stato d'a¬nimo della Vergine Madre. Tutto ciò ch'el¬la vede ed ode in questa lugubre circostanza è per lei fonte di vivissimo dolore, conside-rando sino a qual segno è odiato il suo be¬nedetto Figliolo, l'innocente Gesù. Non si vede l'ora di averlo morto: non si guarda, pur di ottenere l'orribile intento, nè a san¬tità di giorno, nè a ricorrenza sì ricordo nè a culto divino, nè a rispetto di reli¬gione! Lo si vuol morto l'innocente Gesù, ma in maniera che apparisca a tutti reo co¬me i due delinquenti menati a morte con lui. Le ricorda la Vergine le parole d'Isaia: “ Ed egli fu accomunato tra gli scellerati!”. Et eum iniquis reputatus est! », e ve¬dendole ora appuntino verificate, pur senten¬dosi crescer la fede nella divinità dell'umi¬liato Gesù, prova anche tutta l'acerbità e l'amarezza per tanta umana malizia. E quei ministri della religione, gli Scribi, i Fari¬sei, i sacerdoti, che immemori della vigilia di Pasqua, non trovano occupazione più inte¬ressante per loro, che venire a dirigere la più orrenda ingiustizia, ad accrescer la pe¬na dell'Innocente menato al supplizio con i loro sarcasmi ed insulti! Quale travolgimen¬to del senso morale! Non sono costoro che per tema di contaminarsi, da non poter poi con buona coscienza mangiar la Pasqua, non hanno avuto l'ardire di entrare nel pretorio del pagano Pilato? Ed ora dove sono anda¬ti tanti scrupoli, tanti riguardi alla legge?
Così Gesù con la croce in ispalla, va solo al Calvario: non è accompagnato che da nemici,carnefici, curiosi, donne che piangono per puro sentimento naturale. Ci sono i due rei che portano la croce bestemmiando l'u¬mana e la divina giustizia; verrà più tardi il Cireneo che piglierà la croce di Gesù sol¬tanto perchè costretto: ecco tutto!... Ecco un quadro della tragedia umana di ogni giorno! Maria, che lo intende meglio d'ogni altro, pena e soffre più per gli acciecati uomini, che per Figlio suo, che con tanto zelo per la nostra salute aveva detto: « Chi vuole veni¬re; dietro a me, pigli la sua croce ogni gior¬no e mi segua!. Chi si cura di ascoltare l'invito di Gesù? Oh quanti Cristiani in pra¬tica si diportano come nemici della croce di Cristo. Ed io come mi conduco? So¬no amico, o nemico della croce del mio Si¬gnore? Se si tratta della figura decorativa della croce, o sì, mi piace! Non mi dispia¬ce nemmeno il culto esteriore alla Ss.ma Croce, almeno quando non costa nulla. Ma la croce mia vera, la tribolazione quotidia¬na che Dio mi manda per farmi somigliare al Figlio suo, oh questa non mi va, la sfug¬go, cerco di sgravarmene le spalle.
O Vergine dolorosissima che seguiste con tanto eroismo Gesù al Calvario; che tanto soffriste per il cieco formalismo de' Giudei; allontanate da me il loro velenoso fermen-to, affinchè col sodo continuo esercizio del¬le virtù cristiane segua accanto a voi Gesù che va a morire ,per me con la croce in ispalla.
Mi guarderò come da vera peste dal for¬malismo farisaico che cola il mascherino e ingoia il cammello: ma mi formerò sem¬pre una soda costante coscienza cristiana se-condo gl'insegnamenti del Vangelo.
TESTO TRATTO DA:www.preghiereagesuemaria.it
FOTO TRATTA DA:http://www.santiebeati.it/dettaglio/24450
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