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MESE DI SETTEMBRE ALL'ADDOLORATA: 10 GIORNO


Maria discepola di Gesù¬
Quantunque il Vangelo, fasci nell'ombra Maria santissima durante il periodo della vita pubblica di Gesù Cristo, pur tuttavia quest'ombra non è così folta, chè non lasci scorgere più di un punto, più di un lato del¬la sovrumana figura della più diligente discepola di Cristo.
E prima di tutto è certo che Gesù non abbandonò mai la mamma sua, sino al mo-mento di affidarla dalla croce al discepolo Giovanni. Nei primi mesi della sua predi-cazione Gesù si rifugiava presso di lei in Nazaret nella sua casetta di giovane ope¬raio. Nel suo primo viaggio a Gerusalem¬me Maria lo dovette seguire con altre don¬ne parenti e conoscenti per celebrare an¬ch'esse la Pasqua nella santa città, quan¬tunque viaggiassero per conto loro. Poco più tardi Gesù tornato in Galilea trasportò il suo domicilio da Nazaaret a Cafarnao, do¬ve condusse seco oltre la sua madre, la cugi¬na o cognata di lei, Maria di Cleofa, coi fi¬gli e le figlie di costei. Più tardi quando i viaggi di Gesù divennero più frequenti e più lunghi, Maria fu senza dubbio di quella pia brigatella di donne che seguivano Gesù sovvenendolo con le loro facoltà.
Consideriamo come Maria non seguisse Gesù soltanto per affetto materno, ma lo seguiva principalmente per far tesoro degli insegnamenti di lui, ed attuare in sè l'ideale della più perfetta discepola di Cristo. Per intendere questo, consideriamo un grazioso episodio raccontato dal Vangelo. Era già il terzo anno della vita pubblica di Gesù, e non vuole la¬sciarla cadere, e così elegantemente l'ap¬prova e la spiega: «Certissimamente sono beati coloro che ascoltano la parola di Dio e ne fanno tesoro!» È un elogio mera¬viglioso che Gesù fa della madre sua, e lo estende a chiunque la voglia imitare.
« Gesù asserisce, che non soltanto è beata colei che meritò di generare corporalmente il Verbo di Dio, ma che chiunque concepen¬do spiritualmente lo stesso Verbo, ascoltan¬do cioè e credendo, si studia di alimentarlo nel suo cuore e partorirlo nel cuore dei prossimi. Poichè anche la stessa Madre di Dio fu davvero beata per essere stata la mi¬nistra temporale dell'Incarnazione del Ver¬bo; ma fu molto più beata per il fatto che fu custode eterna dello stesso Verbo amato ed imitato studiosamente ».
L'anima di Maria era davvero l'ottimo terreno nel quale caduta la parola di Dio germogliava tosto, cresceva rigogliosa, frut¬tificava il cento per uno nella pazienza più eroica, Non era soltanto ascoltatrice Ma¬ria delle belle parole del suo Gesù, ma imi-tatrice studiosa delle azioni di lui: umile, povera, nascosta; come Gesù, in continui viaggi e fatiche; come Gesù, as¬sillata continuamente dal dolore per la in¬credulità di tanti Ebrei, per l'ostinazione di quei malvagi che osavano calunniare anche le opere divine di Gesù attribuendole al de¬monio. Quanta pazienza, quante lacrime restare innanzi a Dio per la quel popolo che era il suo! Quanto vorrei somigliare a sì madre prudentissima, nel far tesoro di Dio, ed adoperarla nell'esercizio della cristiana pazienza! Impetratemene grazia dalla misericordia del vostro Figlio! Mi fisserò bene nella mente che il frutto della divina parola si vede nell'esercizio del¬la pazienza cristiana : non mi lamenterò mai nelle avversità.


SACRO SETTENARIO
A MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA


Lo smarrimento di Gesù nel Tempio.
Contempliamo, anime buone, lo smarri¬mento di Gesù nel Tempio. La Vergine santis¬sima giunta con le donne di ritorno da Gerusalemme, sta in ansiosa aspettativa del suo fanciullo Gesù, che crede aver lasciato con Giuseppe nel Tempio.
Ansiosamente lo attende, ma Gesù non ritorna. Poco dopo arriva con gli uomini Giuseppe, ma senza il suo divin Figlio.
Oh! l'inaudita pena che abbatte la Vergine nell'udire dal suo sposo, che dalla mattina in poi Egli non avevalo più veduto, e pensava che fosse con la Madre.
Oh! come quel volto di Paradiso, dove l'Eterno trova le sue compiacenze, addiviene scolorito e languido. E chi saprà consolarti, o dolce Madre, in sì straziante dolore? Hai smar¬rito il Tuo Tesoro, e che vale più la Tua vita senza di Gesù?
O donne di Sion, vestitevi a lutto; cessate i vostri canti gioiosi. Uccelli dell'aria, fermate le vostre armoniose canzoni. Ombre odorose del Libano; rose e fiori profumati di Gerico non spargete più fragranze. Cipressi del te Sion, spezzatevi desolati al passaggio del¬l'inclita Figlia del Cielo, oscurata dal Lume divino, che si è celato ai suoi sguardi, e che, come la sposa dei sacri cantici, coronata le chiome da un serto di rose, va gemente in cerca del suo Diletto.
Le sue candide gote sono bagnate di lagri¬me, i lunghi ed affannosi suoi sospiri ferisco¬no i Cieli, e gli Angeli dimessi e silenziosi si coprono il volto con le loro ali.
Oh! quale lutto straziante. «Ove sei, esclama desolata la dolce Genitrice, ove sei, o Diletto del mio cuore? Ove Te ne stai nascosto e cela¬to ai miei occhi, e taci solitario?
Ah! che la mia vita vien meno senza di Te. Fammi udire la Tua voce, parla, o Figlio mio, onde io Ti rinvenga». O Madre, bisognerebbe che le nostre anime palpitassero del Tuo stes¬so amore per Gesù, per comprendere il Tuo eccessivo dolore per tale smarrimento!...
La dolce Vergine assieme a S. Giuseppe percorre per tre giorni e tre notti continue tutte le strade di Gerusalemme, dopo di aver valicato monti e colline e attraversate le valli. Ella è mesta; è ricoperta di un nero velo. Di tanto in tanto, con intensità di amore e con accenti tristi, mirando il cielo, lo chiama per nome. Chiede notizie ai passanti, ma nessuno può consolarla, giacchè nessuno ha veduto quel Fanciullo Divino.
Ed oh! come geme e s'attrista la pia Madre; come si sente isolata. Oh! le notti e i giorni desolati, passa senza il suo Gesù, con l'amara incertezza di poterlo rinvenire. Essa langue d'amore lontana da Colui che riempiva di gaudio la sua anima.
Oh! dolce Madre mia, non piangere più; ritorna, ritorna pure nel Tempio santo, ove certamente lo troverai ed udirai di nuovo il suo dolce parlare.
Gesù ha fatto ciò per provare la Tua fedeltà materna, e presentarti a noi quale modello perfetto.
Da lontano Egli ha udito i fremiti cocenti, che, quali nuovi fiori, ha raccolti nei prati e per le strade, bagnate dalle lagrime sgorgate dal Tuo cuore, ferito dalla nuda spada del dolore. Corri pure, o Maria; vola con le bian¬che ali della colomba. Gesù Ti aspetta per riabbracciarti e ridarti i suoi baci.
Finalmente dopo tre giorni d'indicibili ama¬rezze, la Santissima Vergine assieme a San Giuseppe, entrando nel Tempio, lo ritrovano che disputava coi Dottori. Ma la dolce Madre non può tacere, e subito fa noto a Gesù la sua pena e quella di Giuseppe nel cercarlo, e con accento addolorato Gli dice: «Figlio, perchè faceste ciò? ecco, Vostro Padre ed io, colmi di pena, siamo andati in cerca di Voi». Ed intanto l'abbraccia teneramente, lo bacia con infinita tenerezza e insieme confondono le loro lagri¬me d'amore.
Ma Gesù, dolcemente Le risponde: «Perchè mi cercavate? Non sapevate che io devo attendere a ciò che riguarda il Padre mio?». E Gesù discese con essi, e tornò a Nazaret, e stava loro soggetto. E sua Madre custodiva in cuore tutte queste cose.
AFFETTI
Oh! quali preziosi insegnamenti mi dà que¬sto mistero profondo dello smarrimento di Gesù, o cara Madre mia. Tu, innocente e pura, smarristi Gesù, senza alcuna Tua colpa; ma io posso smarrirlo a causa dei miei pecca¬ti. E come vivere senza Gesù, che è vita, luce, sostegno della mia povera vita?
O Maria, sollevi in alto, in alto il mio cuore; tienilo sempre lontano dall'errore; fammi udire di continuo la Tua voce soave che mi sproni al bene e mi additi la via sicura che conduce al Cielo. Uniscimi sempre più inti¬mamente a Te, onde sia perenne il mio canto tienimi lontana dalla colpa, onde non perda mai Gesù; ed allorquando cesseranno i sospi¬ri ed il pianto di questa terra tenebrosa mostrami per sempre il Tuo Gesù, o dolce Vergine Maria.
O bella Madre, la Tua vita di dolore sia il mio conforto nel penare. Sii Tu la mia buona Mamma, o Maria, nelle ore meste, quando Gesù sembra restarsene lontano da me e lasciarmi in abbandono. Sii Tu la mia Avvocata, il mio aiuto, la mia difesa, la mia speranza, o dolce, o clemente, o pia Vergine Maria.
OSSEQUIO. - Recitare possibilmente la picco¬la coroncina dell'Addolorata, onde ottenere la sua speciale protezione in vita e partico¬larmente in morte.
GIACULATORIA. - O Maria, i Tuoi dolori ti uniscono alle glorie di Gesù.




CORONA DEI SETTE DOLORI DELLA BEATA VERGINE ADDOLORATA
O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo Come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen

Nel Primo Dolore si contempla
Maria Santissi¬ma che presenta Gesù bambino al Tempio e incon¬tra il santo vecchio Simeone che le profetizza la «spada» del dolore.
Maria Santissima offre Gesù a Dio Padre, offre la Vittima pura, santa e immacolata, e con Lui of¬fre se stessa, chiamata ad essere la Corredentrice universale: per questo Gesù sarà Vittima crocifissa e Lei avrà l'anima trapassata dalla «spada» del do¬lore per tutti i peccati del mondo. Un Padre nostro e sette Ave Maria.
CANTO: O Maria, dolce mio bene fa che pure nel mio cuore siano impresse le tue pene.

Nel Secondo Dolore si contempla
Maria Santis¬sima che fugge in Egitto per salvare Gesù bambino dalla morte.
Maria Santissima fugge in esilio con S. Giuseppe per salvare la vita di Gesù Bambino minacciato di morte. Il dramma di dolore dell'esilio di Maria Santissima è grazia di sostegno per tutti noi «esuli figli di Eva» chiamati, da questa terra di esilio, alla Patria dei cieli, a cui arrivare per la via della Cro¬ce, da Lei sostenuti e confortati. Un Padre nostro e sette Ave Maria.
CANTO: O Maria, dolce mio bene fa che pure nel mio cuore siano impresse le tue pene.

Nel Terzo Dolore si contempla
Maria Santissima alla ricerca di Gesù ritrovato nel Tempio a Geru-salemme.
Maria Santissima soffre un'angoscia terribile per lo smarrimento di Gesù a Gerusalemme. Per tre giorni Ella ricerca il Figlio, e lo ritrova nel Tempio. Smarrire Gesù, perdere Gesù: è la più grande disgra¬zia che ci possa capitare, perché solo Lui è la Via, la Verità e la Vita; perciò bisogna subito ricercarlo e ri¬trovarlo nel Tempio, nella Casa del Signore, acco¬standosi ai Sacramenti della Confessione e della Co¬munione. Un Padre nostro e sette Ave Maria.
CANTO: O Maria, dolce mio bene fa che pure nel mio cuore siano impresse le tue pene.

Nel Quarto Dolore si contempla
Maria Santissi¬ma che incontra il Figlio Gesù sulla via del Calvario.
Maria Santissima incontra Gesù sulla strada del Calvario e percorre con Lui il cammino doloroso fino al Golgota, portando nel cuore la Croce di Gesù come una «spada» che penetra sempre più a fondo nella sua anima per la redenzione dell'uma¬nità peccatrice. Con Maria Addolorata seguiamo anche noi Gesù portando la Croce della nostra salvezza. Un Padre nostro e sette Ave Maria.
CANTO: O Maria, dolce mio bene fa che pure nel mio cuore siano impresse le tue pene.

Nel Quinto Dolore si contempla
Maria SS Addolorata presente sul Calvario alla Crocifis¬sione e Morte di Gesù.
Maria Santissinia Addolorata è presente alla Crocifissione e Morte di Gesù e soffre nel suo cuo¬re di Madre tutti gli strazi del corpo di Gesù inchio¬dato alla croce, abbeverato di fiele, trafitto al co¬stato. Qui la «spada» del dolore ha trapassato tut¬ta l'anima di Maria, ma Ella ha offerto tutto sem¬pre unita al Figlio Redentore come Corredentrice universale di salvezza. Ella voglia stampare nelle nostre anime l'immagine del Crocifisso. Un Padre nostro e sette Ave Maria.
CANTO: O Maria, dolce mio bene fa che pure nel mio cuore siano impresse le tue pene.

Nel Sesto Dolore si contempla
Maria SS Addolorata che riceve tra le braccia Gesù deposto dalla Croce.
Maria Santissima riceve fra le braccia Gesù de¬posto dalla croce. Questa è l'immagine della pietà. Ma è anche l'immagine della maternità sacerdotale della Corredentrice universale che offre al Padre la Vittima divina, ostia di salvezza per tutti gli uomini di ogni tempo e luogo. O Madre pietosa, tieni an¬che noi fra le tue braccia per offrirci a Dio. Un Padre nostro e sette Ave Maria.
CANTO: O Maria, dolce mio bene fa che pure nel mio cuore siano impresse le tue pene.

Nel Settimo Dolore si contempla
Maria Santissi¬ma che depone Gesù morto nel sepolcro.
Maria Santissima depone il corpo di Gesù nel se¬polcro per attendere con fede invitta la sua resurre¬zione. Il sepolcro di Gesù è un sepolcro di vita e di gloria, e così sarà del sepolcro di ogni redento che accoglie il Redentore, mentre il sepolcro di chi rifiuta Cristo sarà sepolcro di perdizione eterna. Madre Addolorata, deponi anche noi nel sepolcro di Gesù per risorgere un giorno come Lui alla vita eterna. Un Padre nostro e sette Ave Maria.
CANTO: O Maria, dolce mio bene fa che pure nel mio cuore siano impresse le tue pene.

TESTI TRATTI DA: www.preghiereagesuemaria.it

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