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20 agosto: SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE


Bernardo diventa monaco a ventidue anni insieme ad alcuni suoi parenti
 Il monastero è quello fondato da Roberto di Molesmes a Cîteaux (Cistercium in latino, da cui cistercensi).
A 25 anni lo mandano a fondarne un altro a Clairvaux, campagna disabitata, che diventa la Clara Vallis sua e dei monaci. È riservato, quasi timido. Ma c’è il carattere. Papa e Chiesa sono le sue stelle fisse, ma tanti ecclesiastici gli vanno di traverso. È severo anche coi monaci di Cluny, secondo lui troppo levigati, con chiese troppo adorne, "mentre il povero ha fame".
Ai suoi cistercensi chiede meno funzioni, meno letture e tanto lavoro.
Bernardo arriva in una città e le strade si riempiono di gente. Ma, tornato in monastero, rieccolo obbediente alla regola come tutti: preghiera, digiuno, e tanto lavoro. Abbiamo di lui 331 sermoni, più 534 lettere, più i trattati famosi: su grazia e libero arbitrio, sul battesimo, sui doveri dei vescovi...
E gli scritti, affettuosi su Maria madre di Gesù, che egli chiama mediatrice di grazie (ma non riconosce la dottrina dell’Immacolata Concezione).

Momenti amari negli ultimi anni: difficoltà nell’Ordine, la diffusione di eresie e la sofferenza fisica. Muore per tumore allo stomaco. È seppellito nella chiesa del monastero, ma con la Rivoluzione francese i resti andranno dispersi; tranne la testa, ora nella cattedrale di Troyes.
Alessandro III lo proclama santo nel 1174. Pio VIII, nel 1830, gli dà il titolo di Dottore della Chiesa.
Tra i suoi scritti, la preghiera “Guarda la Stella, invoca Maria:
"O tu che, nelle vicissitudini, più che di camminare per terra
hai l'impressione di essere sballottato tra  tempeste e uragani,
se non vuoi finire travolto dall'infuriare dei flutti,
non distogliere lo sguardo dal chiarore di questa stella!
Se insorgono i venti delle tentazioni,
se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni,
guarda la stella invoca Maria.
Se vieni travolto dalle onde della superbia, dell'ambizione,
della mormorazione, dell'invidia e della gelosia:
guarda la stella, invoca Maria.
Se l'ira, l'avarizia, la concupiscenza
scuotono la navicella della tua anima: guarda Maria.
Se, turbato dalla gravità dei  tuoi peccati,
confuso per le brutture della tua coscienza,
atterrito dal rigore del giudizio, stai per venire risucchiato
dalla tristezza e dall'abisso della disperazione,
pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle difficoltà e nei momenti di incertezza:
pensa a Maria, invoca Maria.
Abbila sempre sulla bocca,
abbila sempre nel cuore,
e se vuoi ottenere l'aiuto della sua preghiera
non tralasciare di imitarne gli esempi.
Seguendo lei non andrai fuori strada,
pregandola non dispererai
pensando a lei non sbaglierai.
Se ella ti sostiene non cadrai,
se ella ti protegge non avrai nulla da temere,
se ella ti guida non ti affaticherai,
se ti sarà favorevole giungerai alla meta e così potrai sperimentare tu stesso quanto giustamente sia stato detto:
«e il nome della vergine era Maria»".


A cura di
Mascolo Emanuele

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