Lettori fissi


Gesù condannato a morte.
Gesù camuffato in quel paludamento di re da burla fu sottratto per un momento dalla vista lente dai soldati schernitori che volevano presentarlo così ridotto a Pilato. Ma tosto il preside non senza una profonda commozione che gli si legge in vol¬to, lo rimena fuori dall'alto di una loggia del suo tribunale, perchè tutti lo guardino e si sentano sbollire l'odio e la rabbia alla vista di tale spettacolo, che avrebbe amman¬sito le fiere. Aveva forse preparato un d scor¬so per questo scopo, ma la tragicità del mo-mento e l'interna commozione non gli la¬sciano dire che due parole: Ecce homo! Ec¬co l'uomo!
Di tutti gli spettatori non si commosse che Maria, la quale levando gli occhi e vedendo il suo Gesù in quell'arnese, ne provò tale im¬pressione da sentirai come spezzare il cuo-re in petto, e quelle due parole delle quali ella sola intese in quel momento tutto il significato, le trafissero l'animo come due stillettate penose! « Figlio mio, a qual ter-mine ti ha ridotto l'amore verso gli uomini! » ..... Ma seppure aveva potuto formulare que¬sto grido del cuore trambasciato, chè le creb¬be immensamente l'ambascia, udendo le gri¬da di quella turba imbestialita: « Uccidilo, uccidilo! Alla croce, alla croce! ». « Ma se non ha fatto nulla di male! » soggiunge Pi¬lato, che in quel momento non doveva cre¬dere nemmeno alle proprie orecchie. « Nien¬te, niente, gridano i capi della Sinagoga, noi abbiamo la legge, e secondo la legge co¬stui deve morire, perchè si è fatto Figlio di Dio. Pilato ne rimase attonito. Non intese tutto il significato di quelle tremende pa¬role, gli parve di capire che Gesù aveva asserito di essere il Figlio di Dio innanzi al tribunale religioso, e ciò lo riempì di spa¬vento, sapendo, a prova ché Gesù parlava poco, ma non diceva che la verità: trasse via di là Gesù per interrogarlo da solo »
Intanto Maria meditava l'arcano senso che per lei avevano quelle parole pronunziate dai Giudei a sfogo del loro odio satanico con¬tro l'erede delle promesse di Dio, contro il Messia non voluto da loro conoscere. Abbia¬mo la legge, e secondo questa egli deve mo¬rire! Quale fatalità, diremmo noi! Quale mi¬sèricordioso disegno di Dio autore della leg¬ge, diceva Maria! Una morte ci vuole per dare agli uomini, morti alla grazia, la vita divina per la quale, furono creati! Ma qual morte può giovare a questo? Non la morte di un peccatore, che non varrebbe neppu¬re a redimere se stesso. Non la morte di un semplice uomo, sia pure innocente; perchè nessun uomo può essere innocente se non è reso tale dal Sangue di Gesù Cristo, e sia pure così giustificato, morendo basterebbe a salvare se stesso, come di Noè, Giobbe e Daniele dice Ezēchiele; non gli altri se non per intercessione necessaria dunque la morte di colui che alla natura umana dà una dignità infinita facendola sua personal¬mente. È necessario che il mio Gesù muoia, così è scritto di lui. Ed ecco che Pilato ricomparisce, si adopera quanto può per liberare Gesù, dal quale ha inteso la colpa che com¬metterebbe condannandolo. Ma presto la co¬scienza cede in lui al timore di Cesare: si lava le mani quasi volendo liberarsi dalla responsabilità, ma pure pronunzia la fatale sentenza. Il popolo grida: « Il sangue suo cada sopra di noi e sopra dei nostri figli ». Maria profondamente angosciata al vedere ed udire ciò che vede ed ode, a questa orri¬bile imprecazione di quella perfida genìa sente corrersi per le ossa un brivido di spa¬vento; ma tonto leva gli occhi al Cielo, e con profonda commiserazione di quei cie¬chi volontari; offre il Sangue e la Vita del-l'innocente Figlio suo anche per quei cru¬deli, e prega che quel prezioso Sangue cada anche sopra di loro, ma non a castigo, bensì a redenzione! Rifletti all'eroico contegno di Maria e cerca di imitarla! O Maria, mare amarissimo d'acerbo dolore, imploratemi da Gesù la giusta comprensione di quel che egli ha fatto per me, offrendosi alla morte, per¬ch'io vivessi. Fatemi parte di quella magna¬nimità con la quale anche voi offriste a Dio l'unigenito vostro, da voi teneramente amato. Fate che anch'io muoia al peccato, e la mia nuova vita di grazia sia sempre nascosta con Cristo in Dio.
Non soffrirò nemmeno per breve tempo di perdere col peccato mortale il beneficio della morte di Cristo, la vita soprannatura¬le dell'anima: e se per mia disgrazia mi accada di peccare, correrò a lavarmi, nel San¬gue di Cristo con una buona confessione: intanto fare subito l'atto di contrizione.

TESTO TRATTO DA: www.preghiereagesuemaria.it
FOTO TRATTA DA: http://www.santiebeati.it/dettaglio/24450 -

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