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S. Domenico Di Guzmán

Nacque nel 1170 a Caleruega, nella Vecchia Castiglia, dalla nobile famiglia dei Guzmàn.
Avviato agli studi, diventò canonico della collegiata del Duomo di Osma, una delle più antiche e prestigiose sedi vescovili di Spagna. Accompagnando il suo vescovo in un viaggio verso le terre del Nord si sentì afferrare dalla vocazione missionaria. Si recò a Roma per chiedere al Papa l’autorizzazione per evangelizzare tribù nordiche, ma il pontefice gli indicò invece il sud della Francia, devastato dall’eresia catara. Domenico cominciò, dunque, a percorrere quelle terre, in umiltà e povertà, come un «solitario pellegrino di Cristo». Fondò un Ordine di “frati predicatori” che sapessero unire la «grazia della predicazione» (e quindi lo studio e la scienza) con uno stile di vita povero ed evangelico. Appena alcuni discepoli si raccolsero attorno a lui, li inviò subito nelle principali sedi universitarie d’Europa, persuaso che «il buon grano se resta ammassato marcisce, se viene disseminato fruttifica». Diede ai suoi frati delle Costituzioni che sono ancora oggi considerate un capolavoro di sapienza giuridica. Passò gli ultimi anni di vita, dedito soltanto «o a parlare con Dio o a parlare di Dio».
Morì a Bologna, la sera del 6 agosto 1221, a soli cinquantun’anni, stremato dalle fatiche apostoliche. Ai suoi frati che facevano corona attorno al suo giaciglio chiese, in grazia, di poter essere seppellito in chiesa, ma «sotto i loro piedi», certo per umiltà, ma anche per assicurarli che egli li avrebbe “sostenuti” per sempre. Assieme a Francesco d’Assisi, suo contemporaneo, ha segnato di grazia il suo secolo in maniera straordinariamente feconda.
Venne proclamato santo nel 1234, tredici anni dopo la morte.


A cura di
Mascolo Emanuele

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