La Beata Vergine Maria è considerata a tutti gli effetti l’ispiratrice della
fondazione, da parte di s. Pietro Nolasco (1180-1245), dell’antico Ordine della
Mercede; il titolo con cui viene onorata è strettamente correlato alla storia
di quest’Ordine, che da lei prese la denominazione.
S. Pietro Nolasco nacque a Mais Saintes Puellas (Tolosa, Francia) verso il 1180
e fin da adolescente si stabilì con la famiglia a Barcellona in Spagna.
La prima notizia della sua presenza a Barcellona si ha nel 1203, quando profondamente
addolorato nel vedere lo stato miserevole dei cristiani fatti schiavi dai Mori,
padroni allora di gran parte della Spagna, egli si trasformò in mercante, per
insinuarsi facilmente tra i maomettani ed a Valenza liberò con suo denaro
trecento schiavi.
Esaurite le sua ricchezze, si unì ad altri generosi e nobili giovani, per
raccogliere offerte e quindi ripetere ogni anno il riscatto di gruppi di
schiavi; ma per quanta solerzia impiegassero in questa meritoria opera,
vedevano il numero degli schiavi aumentare sempre più.
Bisogna dire che in precedenza vari re e Ordini militari si erano occupati del
riscatto degli schiavi, in Francia per esempio era sorto l’Ordine dei Trinitari
che se ne interessava, ma molto limitatamente, mentre gli Ordini militari si
erano presto estinti.
La situazione degli schiavi, trasportati nei Paesi arabi dai musulmani, era
diventata angosciante per Pietro Nolasco e i suoi compagni, che nei 15 anni
trascorsi, avevano operato altri cinque grandi riscatti detti “redenzioni” per
migliaia di cristiani.
Pietro ad un certo punto valutò la possibilità di ritirarsi a vita
contemplativa, sentendosi impotente ad arginare la situazione, alimentata in
continuazione dai Mori di Spagna.
E in una di queste veglie di preghiera, la notte fra il 1° e il 2 agosto 1218,
la Vergine Maria gl’ispirò, illuminando la sua intelligenza, di fondare un
Ordine religioso che si dedicasse alle opere di misericordia e specialmente
alla redenzione degli schiavi, anche a costo della propria vita.
Dopo averne parlato con il giovane re d’Aragona, Giacomo I e con il vescovo di
Barcellona, Berenguer, il 10 agosto 1218, Pietro Nolasco costituì ufficialmente
il nuovo ‘Ordine Religioso Redentore’, nella cattedrale di Santa Croce di
Barcellona, prendendo la Regola di S. Agostino.
Inoltre il vescovo consegnò ai giovani laici del gruppo, la veste di lana
bianca in omaggio alla purezza immacolata della Vergine Maria, sotto il cui
patrocinio sorgeva l’Ordine; re Giacomo I consegnò loro lo scudo del suo regno
d’Aragona come distintivo (quattro sbarre rosse in campo oro) e il vescovo
autorizzò di poter portare sopra l’abito la Croce, segno della sua cattedrale.
In quel memorabile giorno il re Giacomo I ‘il Conquistatore’ (1208-1276)
regnante dal 1213, donò all’Ordine l’Ospedale di S. Eulalia in Barcellona, che
divenne il primo convento dei religiosi (che erano tutti laici, compreso Pietro
Nolasco), fungendo anche come casa d’accoglienza per gli schiavi liberati e
sede delle opere di misericordia a favore degli infermi e poveri.
Sotto la guida del fondatore, si mise in moto tutta una organizzazione a favore
della libertà dei cristiani messi in schiavitù, che oltre ad aver persa la
libertà, erano in pericolo per le pressioni e sofferenze inflitte, di abiurare
la propria fede e passare all’islamismo.
La ‘redenzione’ avveniva con il pagamento di un riscatto in denaro o altri
generi, fatto al padrone mediante una terza persona, la somma variava secondo
l’età, le condizioni sociali, economiche e fisiche dei riscattandi.
Il denaro veniva raccolto dai religiosi con il contributo di ogni ceto sociale
dell’epoca, compreso le famiglie che avevano qualche loro componente schiavo in
terra araba, vittima delle scorrerie saracene che funestarono dall’inizio del
XIII secolo, le coste di Spagna, Francia, Sardegna, Sicilia e Italia
Meridionale.
Le ‘redenzioni’ venivano accuratamente preparate, precedute da una cerimonia
religiosa prima dell’imbarco; le spedizioni erano dense di pericoli, per i
pirati che infestavano il Mediterraneo, i naufragi frequenti, la possibilità di
un tradimento degli arabi, che impadronitisi del denaro, trattenevano anche i
Mercedari come schiavi, in attesa di un altro riscatto.
Innumerevoli furono i religiosi che incontrarono la morte anche atroce,
nell’espletare queste missioni redentrici; si calcola che con questo sistema
siano stati liberati circa 52.000 schiavi cristiani nei primi 130 anni della
costituzione dell’Ordine Religioso. Al ritorno positivo delle spedizioni,
veniva cantato in cattedrale un solenne ‘Te Deum’ di ringraziamento, unitamente
agli schiavi liberati.
Caratteristica eroica dei Mercedari durante le redenzioni, era quella di
proporsi al posto di uno schiavo, se il denaro non bastava e rimanere
prigionieri fino all’arrivo della somma dall’Europa, cosa che non sempre
avveniva in tempo specie per gli agguati dei pirati, allora il religioso veniva
ucciso barbaramente per vendetta.
L’Ordine fu approvato da papa Gregorio IX il 17 gennaio 1235, in seguito i
componenti furono anche sacerdoti e non più solo laici come agli inizi, a cui
si aggiunsero la Confraternita e il Terz’Ordine della Mercede. Nel 1265 con s.
Maria di Cervellon si aggregò il ramo femminile delle Monache Mercedarie, a cui
seguirono in tempi più moderni altre Congregazioni religiose femminili della stessa
spiritualità della Mercede.
I Mercedari furono presenti come cappellani con Cristoforo Colombo, quando fu
scoperto il Continente Americano; il primo convento fu fondato nel 1514 a Santo
Domingo.
L’Ordine Religioso Redentore come si è detto era sotto la protezione della
Madonna che ne fu l’ispiratrice; nel 1272 i redattori delle Costituzioni
stabilirono che l’Ordine assumesse la denominazione di “S. Maria della
Mercede”, titolo attribuitale perché della Mercede o della Misericordia deriva
da quanto diceva il re Alfonso X ‘il Savio’ (1221-1284) “Redimere gli schiavi è
opera di grande ‘Merced’ “, ossia di Misericordia.
La Vergine è considerata dai religiosi Mercedari, Madre sia di sé stessi,
quanto degli schiavi per la cui salvezza eterna i religiosi si devono
preoccupare.
È chiaro che oggi per schiavitù s’intende tutti quei pericoli ed affanni che
contraddistinguono il peregrinare degli uomini, anelanti alla salvezza eterna,
non solo di quella fisica e Maria Corredentrice del genere umano, con amore continua
la sua opera come nostra avvocata e ministra della salvezza.
La Chiesa ha voluto valorizzare questo titolo prettamente mariano, stabilendo
un ricordo particolare nella liturgia il 24 settembre.
TRATTO DA www.santiebeati.it